Per la prima volta una donna di 57 anni, sorda da entrambe le orecchie, riacquista l’udito dopo un intervento di asportazione di un tumore e un impianto contestuale di elettrodi cerebrali, presso l’ospedale Molinette di Torino
La sordità di Carla Marchini Aroma, la torinese protagonista di questo “miracolo”, era cominciata nella paziente in modo progressivo a partire dai 25 anni, a causa di una patologia relativamente comune, l’otosclerosi all’orecchio destro. In questa paziente, tuttavia, l’otosclerosi era evoluta molto rapidamente, interessando permanentemente anche l’orecchio interno.
Sordità completa dopo neurinoma
Da alcuni anni Carla non riusciva più a percepire le parole, neppure utilizzando le protesi acustiche, nonostante un intervento per cercare di migliorare l’udito. A complicare ulteriormente il quadro clinico, è sopraggiunta la diagnosi di un consistente tumore benigno del nervo vestibolare sull’altro orecchio di sinistra, noto come neurinoma dell’acustico, in fase di accrescimento. Questa condizione ha causato alla paziente intense vertigini ed un ulteriore aggravamento, portandola alla sordità completa.
La donna ha quindi subito un intervento di posizionamento di un impianto cocleare a destra da parte di Andrea Canale, della Otorinolaringoiatria universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretta da Giancarlo Pecorari.

Un intervento neurochirurgico molto delicato
Carla è stata successivamente sottoposta ad un lungo e delicato intervento neurochirurgico, effettuato da Francesco Zenga, responsabile della Chirurgia del Basicranio ed Ipofisaria dell’ospedale Molinette, con rimozione totale del tumore a carico del nervo acustico nell’angolo ponto-cerebellare a sinistra e preservazione delle funzioni neurologiche degli altri nervi, che spesso possono essere danneggiati con questo tipo di chirurgia e provocare una paralisi del nervo facciale.
Considerata la pregressa sordità e l’impianto cocleare a destra, e poiché il nervo acustico sinistro era stato asportato con il tumore durante l’ intervento (durato complessivamente circa 10 ore), il neurochirurgo Francesco Zenga e gli otorinolaringoiatri Roberto Albera ed Andrea Canale hanno quindi deciso di impiantare anche un elettrodo per stimolare direttamente i nuclei cocleari dentro il cervello (ABI – Auditory Brainstem Implants). L’intervento è stato portato a termine con successo anche grazie alla collaborazione in sala operatoria della neurofisiologa Carola Junemann, che insieme al neurochirurgo, ha definito la posizione esatta in cui posizionare l’elettrodo.
Intervento riuscito e risultato straordinario
Dopo l’intervento la torinese ha riportato un miglioramento straordinario: ora è in grado di sostenere conversazioni normali ed ha notato un miglioramento significativo anche nel suo equilibrio. Grazie alla stimolazione uditiva elettrica di entrambe le orecchie — con l’impianto cocleare a destra e l’ABI a sinistra — ha recuperato la percezione spaziale dei suoni ambientali, facilitando così la compensazione anche del deficit dell’equilibrio.
Conclusioni
“Abbiamo usato un approccio senza precedenti – spiegano dalla Città della Salute di Torino -. Il caso rappresenta un unicum a livello globale, evidenziando i risultati soddisfacenti di stimolazione bilaterale elettrica bimodale. È un esempio straordinario di come la chirurgia continui ad innovare, offrendo nuove speranze a pazienti con condizioni complesse, gestite nel Centro dedicato proprio a queste complesse patologie neurochirurgiche della Città della Salute di Torino”.