Sono sette i referendum proposti per la prima volta in Italia per salvare gli animali. Sulla piattaforma del ministero della Giustizia si puo’ firmare subito per abolire la sperimentazione animale e lo sfruttamento degli animali nei circhi, e nei prossimi mesi anche per abolire la caccia, la detenzione degli animali negli zoo, il loro uso nelle manifestazioni storiche, l’abolizione degli allevamenti intensivi e la libertà di cacciare nei fondi privati. Il promotore Giancarlo De Salvo: “Le grandi associazioni propongono da anni petizioni inutili, mentre dobbiamo usare l’unico strumento giuridicamente valido: il referendum”

Date voce agli animali, firmate se volete salvarli da chi li vuole uccidere per divertimento, torturare in nome della scienza, sfruttare e maltrattare in circhi, zoo, manifestazioni storiche, allevamenti intensivi”. L’appello arriva dai promotori delle consultazioni dirette che, per la prima volta in Italia, è possibile sostenere accedendo online alla piattaforma del ministero della Giustizia con Spid o Carta di Identità Elettronica.

È ripartita infatti dal 22 ottobre la raccolta delle firme promossa dall’associazione Rispetto per tutti gli animali, fondata nel 2016 da Giancarlo De Salvo, che ne è attualmente presidente. La precedente raccolta non aveva raggiunto il quorum e ora chi vuole aiutare gli animali deve firmare di nuovo, anche se aveva già firmato nella precedente occasione. Abbiamo intervistato De Salvo per fare il punto della situzione e capire bene perchè questi referendum sono importanti e potrebbero finalmente fare la differenza.

È dal referendum del 1997 contro la caccia che in Italia non sono stati più proposte consultazioni dirette a favore degli animali, come mai, secondo lei, e perché invece pensa che siano l’unico strumento utile per salvarli?

In realtà sino a quella data si è solo fatto il referendum per la caccia. Su tutti gli altri temi, sperimentazione sugli animali, utilizzo degli animali nei circhi e nelle manifestazioni storiche come il Palio di Sienza, l’uso degli animali negli zoo, allevamenti intensivi, non sono mai stati fatti nella storia italiana dei referendum. Peccato che sia l’unica azione che puo’ veramente portare a eliminarli. Non è solo uno strumento utile, ma è l’unico strumento, perchè bisogna andare a modificare una legge e per farlo non esiste nient’altro che un referendum, che puoi vincere o perdere, ma non c’è altra strada al di fuori di questa.

Dal 22 ottobre è aperta sul sito del ministero una nuova raccolta di firme per i referendum da voi promossi, e avete deciso di iniziare con i primi due: quello per la sperimentazione animale e quello per vietare gli animali nei circhi, perché proprio questi due?

Quella appena aperta è una nuova raccolta firme perchè con la precedente non siamo riusciti a raccogliere le 500 mila firme necessarie al quesito per due motivi: innanzitutto perchè la piattaforma si è aperta solo a luglio e ci siamo bruciati un mese e mezzo di piena estate, La gente aveva altro per la testa che firmare i referendum, quindi il passaparola è stato lento.

In realtà sulla piattaforma abbiamo caricato sette referendum: quello che vieterebbe l’utilizzo degli animali nei circhi, quello che renderebbe illegale in Italia la sperimentazione animale, quello che renderebbe illegale la caccia, la famosa 842 che vieterebbe ai cacciatori di entrare nei fondi privati, l’utilizzo degli animali in manifestazioni storiche come il Palio di Siena, quello per vietare gli animali negli zoo e quello che renderebbe illegali gli allevamenti intensivi.

Abbiamo pensato di farli partire due per volta semplicemente per agevolare le persone, perchè abbiamo visto che questa estate le persone entravano in piattaforma, firmavano i primi due che avevano davanti e non andavano avanti, invece così entrano, trovano e firmano i primi due e non devono andare oltre, è più agevole.

Il motivo per cui abbiamo deciso di iniziare con questi due referendum è perchè per i circhi il momento più importante dell’anno è quello delle feste di Natale. Tutti si lamentano degli animali nei circhi ma nessuno ha mai fatto l’unica cosa che serve: il referendum per vietarli. È quindi bene che ci siano novembre, gennaio e febbraio come periodo per la raccolta firme, perchè è il momento in cui le persone si rendono più conto di quanto gli animali soffrano nei circhi, perchè li vedono nelle varie città.

Sulla sperimentazione animale abbiamo deciso di partire prima per agganciarci alla Svizzera, dove le associazioni fanno veramente quello che va fatto per gli animali, poi si puo’ vincere o perdere, ma almeno ci provano. Per la seconda volta nei giro di poco tempo, sono riusciti a raccogliere le firme necessarie e potranno andare al voto nei prossimi mesi per vietare la sperimentazione animale con referendum. Questa è l’ennesima dimostrazione dell’importanza dell’unico strumento che abbiamo per fare qualcosa per gli animali che è il referendum. Sono trent’anni che ci fanno firmare petizioni che non hanno nessun valore giuridico, a cosa servono?

Tra tutte le associazioni animaliste e ambientaliste italiane nessuna ha deciso di appoggiare e dare rilievo alla vostra raccolta di firme per i referendum. Perché questo silenzio da parte di chi invece dovrebbe essere in prima fila nel sostenere e promuovere questa iniziativa?

Nessuna associazione sinora ha appoggiato i nostri referendum. Dal 2020 cerchiamo di coinvolgere le grandi associazioni, ma non ne hanno voluto sapere nulla. Il silenzio è dovuto allo stesso motivo per cui è nata Rispetto per tutti gli animali, per fare quello che andava fatto e che loro non hanno mai fatto nella storia. Abbiamo riflettuto a lungo prima di creare una ennesima associazione per gli animali, poi lo abbiamo fatto semplicemente perchè ci siamo resi conto che non veniva fatta per loro la cosa più importante, quello che davvero serve per ottenere risultati importanti, il referendum appunto. Pensiamo che non ci sia alternativa a questo, chi non collabora con i referendum se ne assume la responsabilità.

Secondo lei i tempi oggi sono maturi per arrivare a dei risultati concreti su queste tematiche che non trovano una soluzione da molti anni? C’è dal suo punto di vista una sensibilità maggiore verso le sofferenze che l’uomo infligge da sempre agli animali o no?

Secondo i calcoli che abbiamo fatto, se fossero stati fatti i referendum dalle associazioni che hanno grandi numeri e anche la forza economica che noi non abbiamo, la caccia sarebbe stata già abolita dai primi anni Duemila. C’era una maggioranza già così forte contro la caccia all’ inizio di quegli anni, che se ci fosse stato un referendum vittorioso si sarebbe potuta vietare già da allora.

Dai calcoli che abbiamo fatto noi dal 2012 al 2013 questi numeri c’erano anche per gli allevamenti intensivi, quindi anche per fare un referendum contro questi non dobbiamo pensare che le persone si debbano sensibilizzare, ma poteva già essere vinto otto, nove anni fa. Lo stesso discorso vale per i circhi e per le manifestazioni storiche con animali come il Palio di Siena. Parliamo di cose che potevano essere state già tutte abolite da tantissimi anni. L’unico dubbio che rimane sui numeri è sulla sperimentazione animale, non è così scontato che i numeri possano darci ragione.

Sembra che in generale ci sia in Italia, ma anche in Europa, una sorta di accanimento contro gli animali selvatici: si abbattono gli orsi come in Trentino, si apre la caccia a cervi e cerbiatti come in Abruzzo, vengono abbattuti interi branchi di mufloni come all’isola del Giglio, si demonizzano i lupi e cinghiali e si organizzano campagne di abbattimento di questi ultimi con la complicità dei cacciatori. Che ne pensa?

Questo è collegato a tutto quello che succede a livello di referendum, perchè se chi non tiene agli animali, anzi se ne vorrebbe sbarazzare, vede che noi facciamo i referendum dal 2021 per salvare milioni di animali e, unico caso al mondo, vede che le associazione che dovrebbero appoggiare i nostri referendum fare invece muro, è chiaro che tutto ciò va a rafforzare chi vuole male agli animali. Quindi loro si sentono autorizzati a fare quello che vogliono, semplicemente perchè c’è questo immobilismo e assenteismo totale di chi dovrebbe supportare le nostre battaglie e non lo fa. Tutto questo non fa altro che rafforzare chi vuole fare strage di animali.

Allo stesso tempo non capisco perchè si parla tanto a livello mediatico dei 400 cervi in Abruzzo – non perchè debbano essere uccisi sia ben chiaro, per me non deve essere toccato nessun animale – ma non si parla delle decine di migliaia di cervi che vengono ammazzati ogni mese in tutta Italia o degli stessi cervi che vengono abbattuti ogni anno, da anni, in parchi nazionali come quello dello Stelvio. Vengono uccisi in quantità molto più elevate, ma per quelli nessuno dice niente. perchè si vede che lì va bene. Continuo a vedere da parte delle associazioni tutte queste strane contraddizioni.

Anche per quanto riguarda orsi, lupi e gli altri animali abbattuti, è una conseguenza del fatto che l’animalismo in Italia non esiste, se le associazioni non appoggiano dei referendum che darebbero voce agli animali, non possiamo dire che gli animali siano tutelati e rappresentati. Senza contare che sulla questione degli orsi in Trentino bisogna fare un discorso molto più ampio. È da più di due anni che ho presentato un progetto che prevede lo spostamento di 32 orsi da quelle valli della provincia di Trento, dove sono concentrati, nelle altre regioni, distribuendoli a ‘macchia di leopardo’, unica soluzione possibile. Ma come per i referendum anche qui, rispetto al nostro progetto, totale silenzio da parte delle grandi associazioni.

C’è chi si è rassegnato e pensa che combattere per gli animali sia una lotta contro i mulini a vento, troppi interessi economici e politici in campo, perché invece secondo lei non bisogna scoraggiarsi ma continuare a lottare sino alla vittoria?

Questa è la questione più importante per me, sembra una battaglia contro i mulini a vento perchè se le persone seguono le associazioni, è così. Loro fanno firmare le petizioni, però non spiegano che queste non hanno nessun valore giuridico.

Quindi qualcuno firma, magari cento volte nel corso degli anni e si chiede perchè vada sempre peggio per gli animali, e va così sicuramente, perchè quando firmate le petizioni una dietro l’altra è come se firmaste sulla carta igienica. Le persone devono entrare nell’ottica che in trent’anni non hanno mai firmato per i referendum che avrebbero dato voce agli animali, ma su rotoli di carta igienica e quindi che beneficio ne potevano trarre gli animali? Meno di niente. Infatti è per questo che di anno in anno è peggiorata la situazione.

Quello che serviva invece non è mai stato fatto: dare voce gli animali con i referendum. Quindi non bisogna scoraggiarsi assolutamente, ma far capire che invece di firmare il nulla devono appoggiare Rispetto per tutti animali, aiutarci a crescere, perchè noi non abbiamo la forza mediatica, non abbiamo le decine di milioni che fatturano certe associazioni, ma se ci sostengono e ci aiutano a crescere aumenteremo la nostra forza e potremo man mano riuscire a vincere anche tutti i referendum.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *